Chiedersi come fare in modo che i ragazzi leggano di più è, direi, una domanda mal posta. Se vogliamo incoraggiare i ragazzi a leggere, c’è bisogno di saperli ascoltare.
Sebbene sia una delle questioni che mi pongo più di frequente, non ho idea del perchè gli adolescenti non leggano abbastanza. Sembra quasi che si verifichi una sorta di mutazione genetica, per cui ad una certa età si smette di rimanere avvinti e catturati dalle storie che appaiono in forma scritte e stampata, insomma non si è più attratti dai libri.
D’altro canto, la facilità con cui diamo per assodato questo fatto – cioé che i ragazzi non leggono- di per sé finisce per togliere potenziale. Invece di chiederci cosa possiamo fare per incentivare i ragazzi alla lettura, sarebbe forse opportuno chiederci come metterci in relazione, al di là delle etichette che tendiamo ad affibbiare loro, e immaginare cosa veramente desiderano e cosa avrebbero bisogno di ritrovare nei libri.
Ci sono tre elementi ricorrenti che si presentano nell’intrecciare relazioni, e sono anche le tre cose che non dimentico mai di inserire in ogni mio romanzo.
1. UMILTÁ
In quanto adulto che scrive per un pubblico giovane, non posso non approcciarmi alla pagina con umiltà. E’ come se dovessi entrare nello spazio, nella vita di un ragazzo: la chiave non può che essere l’ascolto. Non potrei mai scrivere la storia di qualcuno o qualcosa cui non ho mai prestato la dovuta attenzione. Nella scrittura tratteggio spazi dove i ragazzi possano essi stessi muoversi in tutta umiltà. Tanti di loro, nella vita, sono come ingabbiati, pieni di emozioni ma frustrati dalle aspettative di chi li circonda; e così, le debolezze del personaggio di un libro possono servire come spazio, segreto e sicuro, per riconoscere con serenità anche i propri difetti, che la gente invece tende a tagliar via.
2. INTIMITÁ
Tutto quel che avrei voluto fare da bambino (e che ancora voglio poter fare) è divertirmi, con i miei amici e con la famiglia. E’ la mia vita. E non si tratta di sciocchezze a titolo gratuito: è una dinamica che ha a che fare con l’intimità che si crea quando fai una battuta e qualcun altro la raccoglie. I miei libri cercano di fare questo con il linguaggio, lo stile, la scelta del tema e di un contesto attuale, che ogni ragazzo vorrebbe ritrovare, semplicemente, perché corrisponde e lo ricollega al proprio mondo. Del resto, io rido ancora di alcune barzellette; e anche i libri possono includere battute e scherzi… sani.
3. GRATITUDINE
Quando è stata l’ultima volta che avete detto “grazie” ad un ragazzino? Non per aver fatto qualcosa, ma per quello che è. Dovreste provare. I miei libri sono pieni di gratitudine resa attraverso la rappresentazione e il riconoscimento senza filtro. Ci sto, a descrivere una figura di un “cattivo ragazzo”: a patto però di mettere in luce come e perché certe decisioni le prende reputandole giuste; a patto di poter evidenziare le sfumature e la complessità; a patto di dare la possibilità di lottare e compiere sulla pagina, la propria personale battaglia. Questo è il modo in cui scrivo. Ancora più importante, è così che agisco nella vita. In buona sostanza: credo che per rispondere alla domanda sul perché i ragazzi non leggono, occorra davvero prima interrogarsi su se e come abbiamo effettivamente imparato a metterci in relazione con loro.
L’AUTORE Jason Reynolds è uno dei principali autori americani per ragazzi. È stato due volte finalista al National Book Award e molti dei suoi romanzi sono diventati best seller del New York Times. Per Niente paura Little Wood! ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui il Kirkus Prize e lo Schneider Family Book Award.
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