Permettere alle persone di scegliere dove vivere, di spostarsi liberamente, di fuggire da situazioni di guerra e pericolo senza subire trattamenti degradanti. Azzerare le spese per la militarizzazione dei confini e utilizzarle per l’accoglienza. Affermare che la terra è “di tutte e di tutti”. Sono gli obiettivi della Carta di Lampedusa, che dal 31 gennaio al 2 febbraio riunirà al centro del Mediterraneo associazioni e gruppi antirazzisti.
Lampedusa è impegno e pazienza. Sono 300 indirizzi e-mail di associazioni, centri sociali, gruppi antirazzisti che in una mailing list cercano di organizzarsi, insieme. Sono altri 100 indirizzi, di altrettante persone e gruppi, che si sono accreditati per scrivere online un documento condiviso sulla “libertà di movimento per tutte e per tutti”, la Carta di Lampedusa. Sono ore e pagine di lavoro, di dibattito meticoloso su termini, proposte, azioni e sogni. É fatica, e tentativo, come molti hanno ripetuto nella seconda assemblea on line (che si è svolta il 15 gennaio con 75 postazioni collegate da tutta Italia), di tenere insieme “utopia e concretezza”.
Il programma della tre giorni di Lampedusa prevede una discussione a gruppi e plenaria sul documento, la cui stesura è in corso attraverso un “docu-wiki”: significa che il percorso è aperto e per partecipare alla scrittura on line della bozza basta richiedere una password di accesso seguendo le istruzioni riportate sul sito.
Redazione: Giulia Bondi.
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