Non c’è testata giornalistica che tenga. Quando scrivono di rom e sinti tutte scivolano facilmente nella discriminazione. È quanto emerge dal rapporto “Se dico rom…”, realizzato dall’associazione di medici volontari Naga e presentata oggi a Milano. Su 500 articoli pubblicati da giugno 2012 a marzo 2013 su dieci quotidiani, poco più di un terzo (164) contengono frasi discriminatorie: il 36% su Libero, il 14% sul Corriere della sera, il 13,4% sulla Prealpina, il 10,4% sulla Padania, il 9,8% su Il Giornale, il 7,3% su La Repubblica, il 5,5% su La Stampa e il 3,7% su Leggo (edizione milanese).
Non solo i rom e sinti compaiono solo quando commettono reati, ma spesso vengono associati a fatti negativi anche se non ne sono coinvolti. Inoltre “vengono associati a criminalità e degrado cittadini rom che compiono atti che non sono di per sé reato -scrivono i ricercatori del Naga-, come ad esempio lavarsi alla fontana, o che sono addirittura neutri, come passare in un luogo”. A rom e sinti vengono poi considerati tra i primi sospettati per i reati che vengono commessi in una zona, per il solo fatto di abitarci anche loro. “Lo stereotipo è talmente radicato che ha raggiunto il livello ontologico: non serve compiere nessuna azione”, si legge nel rapporto del Naga.
L’associazione propone ai giornalisti, all’Ordine dei giornalisti e alla Federazione nazionale della stampa e agli editori di rispettare e applicare le linee guida per l’applicazione della Carta di Roma, firmare l’appello “I media rispettino il popolo Rom“, lanciato da “Giornalisti contro il razzismo” e di dare voce ai rom e sinti, interpellarli e ascoltarli come fonti.
Guarda qui il video, realizzato dal Naga.
Redazione: Dario Paladini, 7.05.2013
PER APPROFONDIRE
Leggi la news “Tutta colpa dei rom“.