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Ultima doccia a Milano

Il Comune di Milano rilancia il servizio delle docce pubbliche. Palazzo Marino ha annunciato che dal 1° gennaio 2013 le docce saranno gratuite (non si pagherà più 1 euro come prima) e gli utenti avranno la possibilità di avviare un percorso di uscita dal disagio e dall’emarginazione grazie alla presenza degli operatori e dei volontari della Casa della carità che garantiranno, gratuitamente, un intervento di accompagnamento sociale fuori dalle tre strutture di via Monte Piana 15 (zona 4), via Anselmo da Baggio 50 (zona 7) e via Pucci 3 (zona 8).

La decisione è arrivata ieri, come reazione a una notizia della redazione di Terre di mezzo-street magazine, pubblicata lunedì 10 dicembre dall’agenzia di stampa Redattore sociale (vedi in calce). Nell’articolo, il presidente della cooperativa “Lavoriamo” Roberto Bussini, che ha gestito le docce comunali dal 2007 al 2010, denunciava che i tre impianti sono a rischio chiusura; la loro attività, infatti, è assicurata soltanto fino a metà febbraio, in piena emergenza freddo. Il motivo? “La mancanza di fondi, che ha costretto Palazzo Marino a indire bandi di gara troppo svantaggiosi per le cooperative sociali che gestiscono queste strutture”. Solo grazie all’intervento di don Colmegna e di una cooperativa a lui legata, la Dettofatto di Sesto San Giovanni, il servizio è stato salvato, anche se solo fino a febbraio. Dettagli che il comunicato stampa del Comune non fornisce.

“Queste strutture sono sempre state uno strumento molto prezioso per i milanesi più poveri e fino a due anni fa erogavano almeno 2mila docce al mese, una cifra che non credo certo sia diminuita -spiega Bussini-. Negli anni, infatti, c’è stato l’aumento degli utenti stranieri, in particolare rom ma anche nordafricani, senza dimora ‘storici’ italiani e gente normalissima che per mille motivi finisce a fare la doccia in queste strutture, che sono sempre state mantenute con onore e dignità, pulite con disinfettante e acqua calda dopo ogni utilizzo. A Rogoredo ho conosciuto una nonnina di ottant’anni che andava a fare la doccia lì da quando faceva le scuole elementari, perché non aveva mai avuto la doccia in casa”.

Fino a metà febbraio, quindi, le docce comunali restano aperte dal lunedì al sabato, dalle 9 alle 12 (dalle 9.30 per quella di via Pucci) e dalle 14 alle 18: per lavarsi basta un euro (ma il servizio sarà gratuito da gennaio, ndr), con altri 2 euro si può usufruire delle lavanderie a gettone (1 euro per il lavaggio, 1 euro per l’asciugatura). Il futuro, invece, è ancora tutto da decidere.

TESTO: Andrea Rottini e Dario Paladini, 14.12.012

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Lancio del 10.12.2012, testo Andrea Rottini

Bandi di gara svantaggiosi per le cooperative sociali e mancanza di fondi: queste le cause che rischiano di far chiudere a metà febbraio le tre docce comunali di Milano. In piena emergenza freddo. 
Le tre docce comunali di Milano rischiano di chiudere. Al momento, il servizio è assicurato fino a metà febbraio, ben lontano dai tepori primaverili e ancora in piena emergenza freddo. Il motivo? “La mancanza di fondi, che ha costretto Palazzo Marino a indire bandi di gara troppo svantaggiosi per le cooperative sociali che gestiscono queste strutture”, sintetizza Roberto Bussini, presidente della cooperativa sociale “Lavoriamo” che dal 2007 al 2010 ha avuto in gestione le tre docce comunali di via Pucci 3, vicino alla sede della Rai di corso Sempione; via Anselmo da Baggio 50, nell’omonimo quartiere alla periferia ovest della città, e l’ultima in zona Rogoredo, in via Monte Piana 13.

“Queste strutture sono sempre state uno strumento molto prezioso per i milanesi più poveri e fino a due anni fa erogavano 2mila docce al mese, una cifra che non credo certo sia diminuita -prosegue Bussini-. Negli anni, infatti, c’è stato l’aumento degli utenti stranieri, in particolare rom ma anche nordafricani, senza dimora ‘storici’ italiani e gente normalissima che per mille motivi finisce a fare la doccia in queste strutture, che sono sempre state mantenute con onore e dignità, pulite con disinfettante e acqua calda dopo ogni utilizzo. A Rogoredo ho conosciuto una nonnina di ottant’anni che andava a fare la doccia lì da quando faceva le scuole elementari, perché non aveva mai avuto la doccia in casa” dice Bussini, che ricostruisce l’evoluzione della gestione negli ultimi due anni.

“A fine 2010, scaduto il nostro contratto, c’è stato un nuovo bando di gara -ricorda-: su 2 partecipanti, siamo arrivati secondi. Quest’anno, a fine settembre, il bando è scaduto, anche se nei documenti di gara era scritto che il Comune avrebbe potuto rinnovarlo per un altro anno, senza gara”. Palazzo Marino, invece, sembrava già intenzionato a chiudere le docce prima dell’inizio dell’inverno, ma, insieme ai sindacati, le cooperative hanno ottenuto una proroga fino a fine novembre, quando è stata indetta una gara per affidarle in gestione per altri 4 mesi, fino a fine marzo, a una cifra insostenibile per le cooperative. “Il 35 per cento in meno dell’offerta precedente: un gioco al ribasso con un costo orario personale lordo di 8 euro -spiega Bussini-. Così, insieme ai sindacati ma anche a Legacoop e Confcooperative, siamo tornati alla carica con il Comune che si è giustificato ufficilamente dicendo di aver sbagliato i calcoli. In realtà, la direzione del Settore Adulti in difficoltà mi ha poi rivelato che ‘i soldi a disposizione per questo servizio sono quelli che sono e il Comune non può fare di più’. Ma, aggiungo io, non deve nemmeno sfruttare una cooperativa e suoi lavoratori”.

A quel punto, Palazzo Marino ha deciso di ridurre il bando a due mesi e mezzo, invitando sei cooperative sociali a partecipare, ma la gara è rimasta deserta. “In Comune è stato il panico perché l’assessore Majorino aveva promesso docce gratuite durante il Piano antifreddo. Così è intervenuto don Colmegna ed è stata coinvolta cooperativa di Sesto, la Dettofatto, che pur di dare una mano alla causa ha accettato di gestire la situazione fino a metà febbraio”. Per ora, quindi, le docce comunali restano aperte dal lunedì al sabato, dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 18: per lavarsi basta un euro, con altri 2 euro si può usufruire delle lavanderie a gettone (1 euro per il lavaggio, 1 euro per l’asciugatura). Dopodiché, i rubinetti potrebbero essere chiusi per sempre, con immaginabili ripercussioni anche per le altre due strutture che, in città, offrono ai più bisognosi la possibilità di lavarsi: i francescani dell’Opera San Francesco in via Kramer 1, e le suore francescane missionarie di Maria di via Ponzio 75, le cui docce sono però aperte solo tre ore e mezza la settimana.

Testo: Andrea Rottini, 10.12.2012.

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    Negli ultimi anni ha portato in Italia le serie di Dory Fantasmagorica e Cane Puzzone, ha pubblicato più di 40 guide ai cammini italiani e ha dato alle stampe i testi di Paolo Cognetti e Erri De Luca impreziositi dalle illustrazioni di Alessandro Sanna, e di Wislawa Szymborska con Guido Scarabottolo, e Claudio Piersanti con Lorenzo Mattotti.

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