Chiudi

Ricerca

Ricerca

Mister spazzatura

Che il nostro sia un mondo di paradossi, ce lo dicono i dati. Su sette miliardi di abitanti, un miliardo di persone patisce la fame e un numero altrettanto grande soffre di disturbi e patologie derivanti da un eccesso di nutrizione, come le malattie cardiovascolari. Non solo: la Fao ci ricorda che la quantità di cibo che finisce tra i rifiuti nei Paesi industrializzati (222 milioni di tonnellate) è pari alla produzione alimentare disponibile nell’Africa subsahariana (230 milioni di tonnellate). Uno spreco la cui colpa ricade sulle nostre teste: secondo il rapporto del Barilla center for food and nutrition risulta che, limitandosi ai consumi domestici, ogni anno vengono sprecati 110 kg di alimenti a testa in Gran Bretagna, 109 negli Stati Uniti, 108 in Italia, 99 in Francia, 82 in Germania e 72 in Svezia.

Per fortuna, ogni tanto c’è qualche grillo parlante che fa sentire la propria voce e ci richiama alle nostre responsabilità: come Tristram Stuart, 35enne inglese, attivista e divulgatore del verbo “rifiuti zero” grazie a un libro “Sprechi” (Bruno Mondadori, 2009) e a un evento “Feeding the 5k”, sfamare i 5mila, un pranzo di massa con prodotti salvati dai cassonetti che sta facendo il giro d’Europa e sbarcherà anche in Italia.

Sei attivo contro gli sprechi da quando avevi 15 anni: perché hai cominciato a occupartene?
È stato merito di Gudrun, la scrofa a cui ho dedicato il mio libro, che nutrivo con gli scarti che raccoglievo alla mensa scolastica e nei negozi del paesino in cui allora vivevo, nelle campagne del Sussex. Un giorno ho provato ad assaggiare il pane che le davo, ed era ottimo. Da quel momento mi sono interessato al ciclo produttivo del cibo, e agli sperperi enormi che lo caratterizzano.

In tutto questo tempo hai notato un cambio nella sensibilità e nella cultura della gente?
Non molto, almeno fino a cinque anni fa. Poi ho visto l’inizio di una rivoluzione: ogni giorno mi contatta una nuova impresa, un’organizzazione di base, un governo o una persona che si è messa in gioco per risolvere questo scandalo planetario.

Anche la crisi economica sta trasformando le nostre abitudini: secondo te, diventeremo consumatori migliori?
Avere meno soldi in tasca può aiutare a spenderli meglio, ma che cosa succederà quando l’economia ricomincerà a girare? Torneremo a buttare le cose come prima? Più in generale, credo che dovremmo imparare ad apprezzare di più ciò che mangiamo e a valutarlo in modo corretto, al di là del prezzo che troviamo scritto sull’etichetta. Se pensiamo alla terra, all’acqua, al lavoro e al carburante spesi per produrlo, ci renderemo conto che è troppo prezioso per essere gettato via.

Che cosa c’è sulla tua lista della spesa quando vai a fare acquisti?
Per la verità, non ricordo l’ultima volta che sono entrato in supermercato con una lista della spesa in mano. Se vado sul retro e prendo qualsiasi cosa abbiano eliminato, di solito è più vario e sontuoso di quello che avrei comunque comprato io. 

Immagino che molte scuole ti chiamino per tenere lezioni e incontri. Come reagiscono gli studenti ai tuoi discorsi?
Sono stato da poco ad Haugesund, in Norvegia, dove i ragazzini hanno preparato e servito a una festa pubblica piatti cucinati con generi alimentari che altrimenti sarebbero stati buttato via: hanno sfamato l’equivalente del 20 per cento degli abitanti della loro città. I giovani sono il futuro, e molti tra loro hanno conservato intatti i loro buoni istinti. Dobbiamo assicurarci che non vengano “programmati” per trincerarsi dietro le idiozie del sistema alimentare che i loro genitori hanno contribuito a creare.

Pensi che le attuali leggi europee favoriscano lo spreco o che siano soltanto troppo deboli per far fronte al problema?
Non si può generalizzare: alcune sono buone, altre davvero negative. La peggiore è il divieto di nutrire i maiali con gli scarti di cibo sterilizzati, dopo averli cotti: è la legge dell’Unione europea più dannosa per l’ambiente, irresponsabile per la società e più ingiustificata dal punto di vista scientifico. Fino alla seconda metà del secolo scorso, allevare maiali in casa con gli scarti alimentari era una pratica comune anche nelle aree urbane e penso sarebbe bene recuperarla: in Giappone e Corea del Sud si fa ancora così.

Sei stato molte volte nel nostro Paese: che opinione ti sei fatto della nostra tavola?
La pizza è un vero dispositivo antispreco: puoi guarnirla con ogni genere di avanzo. Ma anche mangiare interiora e frattaglie, come la trippa e il rognone, è un’altra tradizione a cui dovete aggrapparvi.

Raccontaci qualcosa di “Fusions”, l’ultimo progetto in cui sei stato coinvolto.
È un’azione quadriennale inaugurata a luglio dall’Unione europea: lo scopo è costruire una rete di imprese e istituzioni che si impegnino ad attuare una strategia di riduzione degli sprechi. Per l’Italia ne fanno parte l’università di Bologna e Last minute market, che ritira merce in scadenza dai punti vendita e la “ridistribuisce” alla gente bisognosa, con l’aiuto delle associazioni del terzo settore.

Quale sarà il tuo compito?
Porterò il progetto “Feeding the 5K” attraverso il Vecchio continente, facendo tappa anche in Italia. Già due anni fa, a Torino, ho collaborato a una festa per 2mila persone con il sostegno di Last minute market e Carlo Petrini di Slow food. Stavolta daremo da mangiare a 5mila persone. La data non è ancora fissata, ma se volete restare informati potete registrarvi sul sito.

Quanto costa organizzare un evento come questo?
Non c’è un budget fisso. Per scelta non ci rivolgiamo alla grande distribuzione: le materie prime ci vengono donate da agricoltori e industrie alimentari, il resto ci viene prestato. Per l’organizzazione operativa, poi, ci affidiamo al non profit ma soprattutto al volontariato: a ogni evento si presentano in più di 100 per aiutarci, reclutati con i social media o il passaparola.

Tre consigli ai nostri lettori per consumare meglio e sprecare meno?
Comprate frutta e verdura dalla forma non perfetta e i ritagli di carne, piuttosto che prodotti esteticamente ineccepibili. Fate pressione sul vostro Governo affinché elimini il divieto di alimentare i suini con gli avanzi. Infine, chiedete al vostro negozio di fiducia che cosa faccia con gli scarti e che la smetta, in caso, di buttarli via. E non fatevi ingannare dalla storiella dei divieti imposti per legge, perché non ha senso: i modi per gestire le eccedenze ci sono.

Testo: Andrea Rottini, TdM n°040, dicembre 2012.

Ascoltalo al TEDSalon London Spring 2012, cliccando qui.
Oppure visita il suo sito.

E domani, giovedì 29 novembre, Tristram Stuart parteciperà al  Quarto Forum internazionale su Alimentazione e Nutrizione all’Università Bocconi di Milano in via Sarfatti 25
– alle 10.00, presenterà il suo libro “Waste – Uncovering the global food scandal“, presso lo Spazio book;
– alle 17.00, parteciperà al dibattito “Spreco alimentare: best practice e casi di successo“, presso la Sala B.
Seguilo in streaming sul sito del congresso.

Prossime uscite

consigliato da noi

  • Iscriviti alla nostra newsletter

    Vuoi rimanere aggiornato sulle novità di Terre di mezzo?

    "*" indica i campi obbligatori

    Questo campo serve per la convalida e dovrebbe essere lasciato inalterato.
  • Terre di mezzo

    Terre di mezzo editore è una casa editrice fondata a Milano nel 1994.
    Pubblica ogni anno più di 100 titoli. Tra le collane principali ci sono: L’Acchiappastorie albi e narrativa per bambini e ragazzi, i Percorsi a piedi e in bicicletta, I Biplani, racconti di grandi autori illustrati da artisti di fama, i manuali creativi delle Ecofficine.
    I primi grandi bestseller sono stati la guida al cammino di Santiago de Compostela e La grande fabbrica delle parole, di Valeria Docampo.
    Negli ultimi anni ha portato in Italia le serie di Dory Fantasmagorica e Cane Puzzone, ha pubblicato più di 40 guide ai cammini italiani e ha dato alle stampe i testi di Paolo Cognetti e Erri De Luca impreziositi dalle illustrazioni di Alessandro Sanna, e di Wislawa Szymborska con Guido Scarabottolo, e Claudio Piersanti con Lorenzo Mattotti.

Nessun prodotto nel carrello.