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Lombardia, l’immigrazione cambia volto

Marito e moglie con almeno un figlio. È questo il nuovo volto dell’immigrazione in Lombardia. Su un milione e 269mila stranieri, infatti, uno su tre vive in famiglia. Il 50% delle coppie è, dal punto di vista dello stato civile, coniugata. Sono inoltre 67mila le unioni miste: in tre casi su quattro il partner straniero è donna. In particolare, sudamericana o dell’est Europa. È quanto emerge dall’undicesimo Rapporto sull’immigrazione presentato questa mattina dall’Osservatorio regionale per l’integrazione e la multietnicità (Orim). In Lombardia nel 2011 c’è stato un nuovo aumento degli stranieri: rispetto all’anno precedente sono infatti cresciuti del 7%, pari a circa 81mila persone. E così nella regione, ogni 100 residenti 13 sono immigrati (regolari e non). In Lombardia si concentra il 23,7% degli stranieri presenti in Italia (5 milioni e 187mila).

Il reddito mediano delle famiglie immigrate in Lombardia è di 1.500 euro al mese: i due terzi sono destinati alle spese per beni e servizi, in particolare per la casa che ne assorbe il 44%. La conseguenza è che solo una famiglia su tre riesce a risparmiare più di 100 euro al mese. La stessa cifra è quanto a fatica il 67% invia ai parenti nel Paese d’origine. 

Per gli immigrati la casa è uno dei problemi più difficili da risolvere. Caritas Ambrosiana ha svolto in particolare una ricerca (pubblicata nel Rapporto Orim) su un campione di 400 stranieri che vive con almeno un figlio. Il 50% abita in case affollate e il 10% sovraffollate. L’80% afferma di far fatica a trovare un’abitazione decente. “Ciò che sorprende è che la situazione non migliora con il prolungarsi della loro permanenza in Italia”, spiega Maurizio Ambrosini, docente di sociologia delle migrazioni all’Università degli studi di MIlano e curatore della ricerca. I dati confermano questa difficoltà. In Lombardia gli immigrati che nel 2011 vivevano in una casa di proprietà erano 278mila, 16mila in meno rispetto al 2010. Una flessione che si registra anche tra chi ha un contratto d’affitto: 613mila nel 2011, circa 12mila in meno del 2010. Sono aumentati invece coloro che pagano affitti in nero: nel 2011 83mila, oltre 13 mila in più rispetto all’anno precedente.

In quasi la metà delle coppie straniere (45%) entrambi i partner lavorano. Con notevoli differenze in base alla nazionalità: se provengono dai Paesi dell’est Europa il dato sale al 54%, mentre scende al 21% tra le coppie originarie dal nord Africa. 

Le famiglie immigrate passano la maggior parte del tempo libero con i connazionali. “Parenti e amici stranieri sono citati al primo posto tra le persone frequentate -aggiunge Maurizio Ambrosini-. Più di un terzo tuttavia frequenta soprattutto ambienti misti, formati da italiani e immigrati”. Sono soprattutto gli uomini a preferire di stare con i connazionali. Le donne invece, soprattutto se sono arrivate in Italia da sole e non ricongiungendosi con il coniuge, sono più aperte a instaurare legami con amici italiani o di altre nazionalità. Ed è nel condominio che spesso si instaurano i rapporti amicali: un terzo degli immigrati intervistati dichiarano di scambiare visite a casa con i vicini italiani. Solo un decimo, però, esce a pranzo o a cena con loro. “Ristoranti, cinema e teatri comportano un costo -sottolinea Maurizio Ambrosini- e molte famiglie immigrate non possono permetterselo”. I figli, invece, sono più disinvolti nel condividere il tempo libero con coetanei di altre nazionalità. In particolare, il 39% frequenta luoghi religiosi (molto spesso oratori cattolici) e non sempre coincidono con la fede di appartenenza. 


Foto credits: Aldo Pavan
Testo: Dario Paladini per Redattore Sociale

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