Il nuovo cd dell’Orchestra di via Padova.
Giovedì 5 maggio – “La notte è magica, suscita emozioni diverse in ciascuno e per i musicisti è il momento della creatività”: Massimo Latronico, chitarrista e direttore dell’Orchestra multietnica di via Padova spiega così il titolo del nuovo cd (il secondo nella loro storia): “Stanotte!”. “Mi raccomando, con il punto esclamativo”, aggiunge quasi a sottolineare che non si riferiscono a una notte qualsiasi, ma ad una di quelle “che sono decisive per la vita”.
Sulla loro pagina di Facebook hanno iniziato il conto alla rovescia. Mancano ormai solo 21 giorni al debutto di “Stanotte!”, che contiene 12 brani “molti ritmici e con tante voci”, spiega il direttore dell’orchestra. Per scoprirlo non si deve altro che andare il 26 maggio al Carroponte di Sesto S. Giovanni (ore 21).
Col primo cd il titolo Tunjà (“Verità” in lingua bambarà) suggeriva musiche di altre culture. “Abbiamo scelto ora un titolo in italiano perché volevamo fosse immediato ed evocativo”, aggiunge. C’è un brano che si intitola “Via Padova”. “Lo cantiamo in quattro lingue (spagnolo, arabo, russo e italiano, ndr), per ricordare il carattere multilingue di questa via”, sottolinea Massimo. E la copertina del cd riprende la segnaletica gialla della pista ciclo-pedonale, creata un paio di mesi dal Comune di Milano per collegare la ciclabile di via Padova con quella della Martesana. Tanto criticata che nei miei post l’ho ribatezzata “la malapista”. “Ormai anche quella è un simbolo, di come le istituzioni governano il territorio”, sottolinea Massimo.
L’orchestra multietnica di via Padova è nata nel 2006 ed è composta da 17 artisti di 8 nazionalità diverse: il repertorio spazia dalla musica berbera a quella ucraina. “Col tempo siamo cresciuti e abbiamo conosciuto meglio le musicalità di ognuno -aggiunge Massimo-. Alcuni brani li abbiamo composti noi, altri sono tratti dalla tradizione dei nostri paesi d’origine”.
È un momento di lavoro e di soddisfazione per l’Orchestra di via Padova, ma non mancano anche le amarezze. “Non abbiamo ancora una sede, il Comune non ci ha mai preso in considerazione. Facciamo le prove nella sede dell’Anpi”.