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Ramadan, l’Italia è divisa

L’Italia è divisa sull’inizio del Ramadan. C’è la posizione ufficiale di Ucoii, Caim, Associazione degli imam italiani, Unione degli albanesi musulmani secondo cui il mese sacro del digiuno inizia oggi, 9 luglio. Così dicono i calcoli astronomici e così ha stabilito il Consiglio di Farwa europeo, un organismo che cerca di dirimere le questioni religiose a livello continentale. Ma alla scienza risponde la tradizione: per la Grande moschea di Roma, il Ramadan inizia domani, quando alle latitudini dell’Arabia Saudita si potrà vedere ad occhio nudo la luna. Così è scritto letteralmente nel Corano. Questa disputa, in concreto, ha l’effetto di spaccare in due le comunità islamiche d’Italia. A Torino, in buona parte della Liguria, a Firenze, così come in Francia, in Germania e in Turchia il digiuno è già cominciato. A Roma, Verona, Ancona, Brescia, Napoli, Perugia, Trento, Genova e Verona s’inizia domani. E poi ci sono città come Milano, dove in alcune moschee è già partito il Ramadan ed in altre no: “È chiaro che queste differenze creano delle tensioni tra le comunità musulmane”, spiega Davide Piccardo, del Comitato associazioni musulmane italiane (Caim).

Entrambe le posizioni sono considerate legittime, ma dietro alla questione si nasconde una partita a scacchi tra le potenze arabe per imporre la propria egemonia sulle comunità musulmane mondiali. La giocano l’Arabia Saudita, il Marocco, l’Egitto e la Turchia. L’Arabia Saudita, Paese finanziatore della grande moschea di Roma, difende una visione dell’Islam che Davide Piccardo, portavoce del Caim, definisce “più letterale e tradizionalista”: “Dio ci ha dato l’opportunità di conoscere le leggi dell’universo, non vedo perché ci si debba limitare ai soli strumenti di molti secoli fa”, afferma. Così ogni anno, al sorgere della luna, si scatena la polemica. Ed ogni volta in Marocco il Ramamdan inizia un giorno dopo rispetto all’Arabia Saudita e all’Egitto, mentre in Turchia s’inizia un giorno prima. “La comunità islamica a livello europeo ha cercato in questi anni di dotarsi di mezzi propri per cercare di acquistare un’indipendenza da Paesi come l’Arabia Saudita – prosegue Piccardo -. Questa discussione è emblematica di una questione politica di fondo”.

Per altro, l’Italia anche nel 2013 soffre una cronica mancanza di spazi. Soprattutto nelle grandi città come Milano: “Con l’amministrazione ci sono molte attività in cantiere, ma i problemi delle strutture dove pregare restano – spiega Davide Piccardo, portavoce del Caim di Milano -. Speriamo che sia l’ultimo anno”. Piccardo conferma che ci sono stati interessi di fondazioni straniere per finanziareuna moschea nel capoluogo lombardo in vista di Expo. In particolare, si tratta di finanziatori provenienti dai Paesi del Golfo, soprattutto Kuwait e Qatar.

Come ogni anno, al tramonto del sole, i centri islamici di Milano si aprono per accogliere i poveri. Al centro di via Padova si prevede di offrire circa 200 pasti a chi non può permetterselo, ogni sera. Lo stesso accade in viale Jenner, sempre a Milano. Ai credenti verrà poi chiesta la quota della zakat el fitr, una donazione per i poveri specifica del mese di Ramadan. Quest’anno l’imposta è di 6 euro, due in meno rispetto al 2012 e il 2011.Oltre all’accoglienza dei ragazzi saharawi, i Giovani musulmani d’Italia hanno organizzato a Milano diverse rotture del digiuno collettive per il Ramadan, iniziato oggi. “Siamo ancora in fase di programmazione, ma ormai è un appuntamento fisso del nostro Ramadan”, continua Hussein. Tra i progetti in cantiere c’è anche una raccolta di cibo e vestiti per i senza dimora monzesi, da organizzare sempre durante il Ramadan.

Redazione: Lorenzo Bagnoli, 9.07.2013

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