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Un quartiere per la legalità

Un anno fa, sui Navigli, il nostro giornale ha scoperto che la mafia non impone il pizzo ai locali, ma li compra. Ora accendiamo i riflettori sull’Isola e il metodo è sempre lo stesso: sottoponiamo a 200 negozianti un questionario anonimo, in cui possono raccontare la loro percezione della presenza della criminalità nello storico quartiere. 

Un gruppo di giovani volontari scout, di Libera e del comitato di quartiere, sta battendo palmo a palmo le vie Farini, Thaon de Revel, Sassetti, De Castillia e Pepe per consegnare il questionario. Partner dell’iniziativa sono l’agenzia di ricerche sociali Codici, che ha curato la formazione dei volontari, e il Consiglio di zona 9, che ha dato un contributo di 2.500 euro. “Il nostro auspicio è di avere un quadro complessivo di quanto stia accadendo all’Isola e speriamo che questa fotografia non sia eccessivamente negativa. In ogni caso, siamo pronti ad affrontare qualunque risultato”, dichiara Beatrice Uguccioni, presidente del parlamentino di zona 9. In questi anni non sono mancate le segnalazioni al Consiglio di zona di episodi sospetti. “Confido che con l’iniziativa di Terre di mezzo, commercianti e cittadini si sentano affiancati. Bisogna tenere alta l’attenzione, promuovendo sempre più incontri e dibattiti sul tema mafia”, conclude Uguccioni.

“L’effetto positivo è che così si inizierà a parlare in quartiere della presenza e degli interessi mafiosi -aggiunge David Gentili, presidente della Commissione consigliare antimafia-. Mi aspetto inoltre che dai risultati del questionario si possa capire perché ci sono continui cambi di licenza e attentati incendiari”.

L’episodio più inquietante è avvenuto il 28 settembre 2011, quando è andato a fuoco lo Sugar Lounge di via Alserio 9, bar che compare nell’inchiesta Redux Caposaldo che sei mesi prima aveva portato in carcere Davide Flachi, figlio del boss della ‘ndrangheta Pepé Flachi. Nella stessa via, negli anni precedenti, avevano subito attentati incendiari anche una videoteca e un ristorante.“Ci sono persone che aprono nuovi locali e ti chiedi con quali soldi, data la crisi che c’è. So quanto serve per iniziare e non è poco”, ci ha detto un commerciante qualche settimana fa. Un altro dice di non aver mai sentito notizie di minacce, ma non si sbilancia. Si sa che tra i commercianti si tende a non toccare certi argomenti. Chissà se un questionario anonimo non faccia venir la voglia di parlare.


Redazione: Lorenzo Bagnoli, 27.03.2013

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