“Non ho mai incontrato una persona che volesse diventare tossicodipendente. Una mattina ci si alza e lo si è”. Inizia con questa frase, una citazione dello scrittore William Burroughs, il film-documentario “Forse domani”, che verrà presentato in anteprima martedì 26 giugno alle 19.30 allo spazio Energolab di via Plinio 38 a Milano. L’ occasione è la XXV giornata mondiale di lotta alla droga e la quinta edizione di “Pause drugs”, un provocatorio sciopero dei consumi, lanciato dall’associazione Saman, che invita tutti a non acquistare e non assumere per 24 ore nessun tipo di droga, per riflettere sul mercato criminale degli stupefacenti. Il filmato, realizzato dalla film maker indipendente Silvia Bordoni racconta sette storie di ospiti delle comunità dell’associazione, che opera da 30 anni nel settore della prevenzione, della cura e del reinserimento socio-lavorativo di soggetti problematici. “Ho voluto dare voce a queste persone – sottolinea la regista – che hanno qualcosa di diverso dagli altri da offrire. Persone che hanno trovato nella droga o nell’alcol risposte che non trovavano nella società”.
La telecamera segue i sette giovani protagonisti nel loro viaggio dalle comunità al centro di Ospitale di Bondeno (Fe), dove è stato organizzato un pranzo. Tra i protagonisti ci sono i due anziani Turi e zio Ugo, delle comunità di Laccata e Cassano Ionio (CS), entrambi entrati per una dipendenza da alcol e rimasti a viverci, che viaggiano su un’Apecar. E Fabio, un ragazzo pugliese, che è alla fine del suo percorso riabilitativo e arriva all’appuntamento correndo. “I viaggi dei personaggi – spiega Bordoni – sono una metafora del loro percorso fuori e dentro la comunità. Attraverso le immagini e le loro interviste gli spettatori incontrano il mondo di chi ogni giorno combatte contro le dipendenze”.
Prima della proiezione, a partire dalle 18, ci sarà anche una tavola rotonda aperta al pubblico dal titolo “Fragilità sociale nel XXI secolo”, a cui parteciperanno Achille Saletti, presidente di Saman, Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano, Luigi Cancrini, direttore scientifico dell’associazione e Peter Gomez, giornalista del Fatto quotidiano. “Non si parlerà solo di dipendenze patologiche – spiega Saletti – ma della diffusione di farmaci e psicofarmaci che vengono assunti per andare avanti e spesso non vengono percepiti come dannosi”.
Saman ha sette comunità sparse in tutta la penisola (e presto se ne aggiungerà un’altra a Latina), un centro diurno di assistenza, una comunità educativa per minori, sette centri di accoglienza e psicoterapia. Ogni anno segue oltre 500 pazienti.
Testo: Ludovica Scaletti, per Redattore Sociale