“Per il 2030 abbiamo immaginato non una megalopoli, ma una città con circa 150mila abitanti in più, che in realtà ci sono già quasi tutti, basterebbe regolarizzare gli stranieri che già ci vivono”, ha detto ieri sera nell’ex chiesetta del Parco Trotter (via Padova) in occasione della presentazione di “Noi domani”, volume sulla scuola in Italia scritto da Vinicio Ongini. “Milano sarà non solo multiculturale, ma anche meticcia, in cui ciascuno potrà trovare una parte delle sue radici, ma anche sentirsi nuovo. Non possiamo dire che questa città non ci cambia”. Nelle scuole dell’infanzia di Milano il 70% dei bambini figli di immigrati sono nati in Italia. “Non possiamo chiamarli stranieri”, ha concluso il vicesindaco di Milano.
Testo: Dario Paladini, per Redattore Sociale