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Azzardo, mazzata sugli enti locali

Per i sindaci e le regioni che hanno cercato di arginare il gioco d’azzardo sta per arrivare una vera e propria mazzata. Ordinanze, decreti e leggi da loro emanate decadranno entro la fine dell’anno. È quanto prevede l’ultima bozza del decreto fiscale del Governo Renzi dedicato al “riordino delle disposizioni in materia di giochi pubblici”. Dall’analisi sui 114 articoli del provvedimento, emerge un sostanziale via libera ai gestori di slot machine, agenzie di scommesse o sale gioco. Gli enti locali, in base al comma 2 dell’articolo 13, non potranno più porre “limitazioni di distanza ed orari nei riguardi dei punti di offerta di gioco”, né potranno adottare altri tipi di misure che “si risolvono in forme di sostanziale espulsione dal territorio comunale” delle sale da gioco. Dalla bozza emerge che il decreto dovrebbe entrare in vigore il 1 luglio del 2015 e gli enti locali avranno sei mesi di tempo per adeguarsi, dopodiché ogni norma contraria decadrà.

“Gli aspetti problematici e critici sono rilevanti, al punto che di fatto non modificano l’attuale offerta di giochi pubblici, non tutelano i minori né le fasce sociali deboli”, sottolinea Angela Fioroni, segretaria lombarda di Legautonomie, associazioni di comuni che insieme a Terre di mezzo ha promosso il Manifesto dei sindaci contro il gioco d’azzardo e una legge di iniziativa popolare che ha raccolto oltre 90mila firme.

Il decreto enuncia, all’articolo 2, che l’obiettivo dello Stato è quello di “tutela delle fasce sociali deboli, a partire dai soggetti minori di età, della salute, di una equilibrata e sostenibile presenza sul territorio dell’offerta di gioco”. Ma poi negli articoli sui limiti della pubblicità in televisione, prevede che è vietata nei canali e nelle trasmissione dedicate ai minori e sugli altri canali nella fascia oraria dalle 16 alle 19. Sembra quasi che il Governo Renzi immagini che esiste ancora una sorta di Tv degli anni ’60, quando i ragazzi la guardavano solo al pomeriggio. Il limite della fascia oraria, tra l’altro, viene meno sui canali sportivi o sugli altri canali quando trasmettono incontri “a rilevanza nazionale e internazionale”. Nessun limite, invece, alle sponsorizzazioni: il logo dei big del gioco d’azzardo potranno comparire in occasione di qualsiasi evento o su divise o oggetti anche se riguardanti minori.

Il decreto detta anche quali caratteristiche deve avere la pubblicità: non deve incitare al gioco eccessivo, non deve far credere che sia la soluzione ai problemi personali e finanziari né che sia facile vincere. E non deve neanche lasciare intendere che sia un “valore negativo” il non giocare.

Il numero delle slot machine è destinato a diminuire. Nei bar, infatti, potrà esserci “un apparecchio per ogni sette metri quadrati e, comunque, non superiore a sei apparecchi” e dovranno essere posti in uno spazio separato dal resto del locale, al quale potranno accedere solo i maggiorenni. Spetterà al gestore del bar controllare i documenti per evitare che entrino anche adolescenti.

Il decreto dedica poi numerosi articoli al contrasto al riciclaggio del denaro sporco e al controllo e alla tracciabilità dei flussi finanziari. 

Redazione: Dario Paladini 16.4.015 © Copyright Redattore Sociale

Per notizie e approfondimenti sul tema “azzardo”www.scuoladellebuonepratiche.it

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