“I sindacati non sono stati capaci di intercettare un malessere profondo e diffuso nelle comunità straniere. Dobbiamo attivarci subito per creare una nuova piattaforma di solidarietà tra lavoratori stranieri e italiani”. Sono le parole con cui Saidou Ba, educatore e tra i portavoce della comunità senegalese di Milano e del Comitato degli immigrati autorganizzati, chiede al mondo del lavoro di occuparsi della crisi degli stranieri. “Ci sono stati quattro tentativi di suicidi da metà aprile: un senegalese, un gambiano , un pakistano e un camerunese. Tutti hanno compiuto il folle gesto per motivi legati lavoro, come atto simbolico”, spiega. L’ultimo risale a venerdì scorso: A.S., operaio specializzato, dopo cinque mesi che non percepiva lo stipendio è andato a trovare i suoi colleghi. Dopo essersi chiuso in una stanza s’è dato fuoco e le sue condizioni appaiono di giorno in giorno più gravi”. Giovedì 30 maggio, un pakistano di 46 anni, in attesa di un permesso di soggiorno, si è buttato sotto un treno alla stazione di Pioltello, hinterland di Milano. Un ragazzo del Camerun, sempre a Pioltello, si è buttato da una finestra, ma fortunatamente la sua caduta è stata attutita e si è salvato. Ad un gambiano è andata peggio: è morto dopo essersi lanciato dal terzo piano della casa dove abitava, ad Affori.
“I lavoratori stranieri non sono rappresentati dal sindacato – accusa Ba – servono solo a fare numero”. Tra i migranti cresce la voglia di tornare: anche A.S. voleva dal suo datore di lavoro una buona uscita da 30mila euro per tornare in Senegal. Due suoi connazionali erano riusciti ad avere quella cifra, raccontano i membri della comunità senegalese che stanno cercando di capire in che situazione vivesse A.S. Mercoledì 26 giugno, dalle 19, all’Arci Corvetto la comunità senegalese incontrerà altre associazioni di migranti per organizzare una manifestazione pubblica. Per riscoprire lo spirito del Primo marzo 2010: “Abbiamo perso quella voglia di resistere, ora c’è solo la paura di fallire”, commenta Saidou Ba. A Firenze, il 6 luglio, ci sarà poi un coordinamento nazionale di tutte le associazioni migranti. E al primo punto in agenda ci sarà proprio il tema del lavoro.
Redazione: Lorenzo Bagnoli, 19.06.013