Il racket della ‘ndrangheta nei cantieri edili bresciani. L’operazione Squalo ha portato agli arresti di una decina di estorsori direttamente collegati alle ‘ndrine calabresi. I due personaggi di spicco della cosca criminale si chiamano Antonio Seminara e Giuseppe Romano, uomini collegati al clan Bellocco di Rosarno. Le vittime, i due titolari della Orceana costruzioni di Orzinuovi, si erano rivolti agli ‘ndranghetisti perché la loro azienda annegava nei debiti. E si sono portati la mafia in azienda. Come accaduto al signor E., protagonista dell’inchiesta di Terre di mezzo “Milano omertosa“, uscita nel febbraio 2012.
Il silenzio si rompe solo chiedendo a commercianti e imprenditori di segnalare, attraverso un questionario anonimo, pressioni indebite ed estorsioni. È quanto propone la Rete antimafia di Brescia, uno dei movimenti che ha partecipato a “Gli scassaminchia“, l’evento organizzato da Terre di mezzo per iniziare a contare gli attivisti antimafia lombardi.
Terre di mezzo ha iniziato “la conta” pubblicando in aprile l’inchiesta “Il racket della movida”, sui locali in odore di mafia nella zona Navigli, a Milano. Oggi (29 novembre) alle 21, alla Fondazione Quercioli di via Gola, si discuterà dei risultati all’incontro “Navigli: acque torbide”, a cui interverranno con il giornalista Lorenzo Bagnoli (redazione Terre di mezzo) anche David Gentili (presidente della Commissione consiliare antimafia), Marco Granelli (assessore alla sicurezza e alla coesione sociale del Comune di Milano), Alberto Nobili (magistrato) e Ilaria Ramoni (avvocato di Libera Milano).