Si vergognano della loro nazionalità e uno su dieci viene bocciato alle elementari. I bambini romeni vivono male in Italia. È quanto emerge dalla ricerca, condotta dalla Fondazione L’Albero della vita insieme alla fondazione Ismu, su un campione di 242 famiglie residenti a Roma, Milano e Torino. “Solo il 75% dei minori ha accesso alle cure pediatriche”, aggiunge Antonio Bancora, responsabile dei progetti internazionali de L’Albero della vita. È Roma la città in cui l’integrazione risulta più difficile: 4 famiglie su 10 sostengono di aver incontrato molte difficoltà per sistemarsi. Meglio a Milano (si lamenta una famiglia su quattro tra quelle intervistate), mentre a Torino solo il 12% sostiene di aver avuto problemi. “I bambini si vergognano delle loro origini perché capiscono che molti italiani identificano i romeni con i rom“, sottolinea Bancora.
I romeni in Italia sono quasi un milione, secondo l’Istat. Ed è il dato sui bocciati nelle scuole elementari quello che ha colpito di più i ricercatori. “Le difficoltà linguistiche sono all’origine di questo problema -spiega Antonio Bancora-. Resta da chiedersi perché nessuno li aiuta a superarle, tanto da venir bocciati nelle scuole primarie”. Dalla ricerca emerge anche che il 12,3% dei maschi e il 10% delle femmine ha perso uno o più anni scolastici e l’età più a rischio di bocciatura è comunque quella tra gli 11 e i 13 anni (2 ripetenti ogni 10 alunni romeni).
La ricerca ha analizzato anche gli effetti del ritorno in Romania sui minori: dal 10% al 15% dei bambini rischiano di sviluppare disturbi emotivi, d’apprendimento o relazionali.
Redazione: Dario Paladini, 24.10.2012