Il caso dell’ambasciata italiana a Tunisi, accusata dal settimanale “L’Audace” di traffico di droga e di visti, finisce alla Camera. Il deputato Marco Fedi (Pd) ha infatti presentato il 10 ottobre un’interrogazione parlamentare in cui chiede al ministro degli esteri Terzi “se non abbia ritenuto opportuno, anche nell’ottica di una completa e corretta informazione, rispondere alle accuse formulate nell’articolo; se non abbia ritenuto opportuno rispondere anche alle accuse gravissime rivolte al nostro Paese ed alla sua pubblica amministrazione” e, infine, “se non consideri, infine, doveroso fornire ampia illustrazione della risposta data al quindicinale di Tunisi ed adeguate informazioni relativamente al caso specifico oggetto dell’articolo”.
Secondo “L’Audace”, il console d’Italia a Tunisi, attraverso l’intermediazione del suo autista, che utilizza come prestanome – si legge nel pezzo del giornale – sarebbe riuscito a creare un traffico illegale di visti, in media una dozzina a settimana, con un prezzo variabile dai 6mila agli 8mila euro“. Tra i “clienti” di Chokri, così si chiamerebbe l’autista, c’era anche un certo Bilel Jmoun, di professione trafficante di droga oltre che membro di un’organizzazione terroristica di fondamentalisti islamici. Il giornale cita anche il suo numero di passaporto: W252707. L’uomo sarebbe attivo in Francia, ma la sua porta d’accesso all’Europa, proprio in virtù di questo rapporto privilegiato con il console, sarebbe l’Italia.
Redazione: Dario Paladini, 18.10.2012
Illustrazioni: Mauro Biani