L’alternativa alla movida da sballo esiste: sono i “bar bianchi”, dove l’aperitivo si serve solo analcolico. Sul numero di ottobre di Terre di mezzo, Ilaria Romano racconta la diffusione di questo fenomeno in “Tendenza analcolica”. Il movimento dei bar alcol free è già realtà, anche se ancora minoritario. Da Trento ad Andria (Bt), in Italia sono sempre di più i gestori che risolvono alla radice il problema del “binge drinking”, il bere fino allo sballo. Ma è difficile scovarli nell’universo di 172mila bar: in città come Treviso vende alcol il 99% dei bar. Quest’offerta massiccia si traduce in un problema di abuso e dipendenza. In Trentino, i numeri dicono che il 26% della popolazione è un bevitore a rischio, abituato a esagerare con l’alcol. L’esperienza di insegnanti e operatori, supportata dai dati Istat, aggiunge che s’inizia a bere sempre più presto. In Italia il 54% dei ragazzini tra gli 11 e 17 anni ha già fatto uso di alcol: 10 punti percentuali in più rispetto al 2010. Sono 3,6 milioni gli over 11 che consumano drink alcolici almeno un giorno a settimana. Per le attività commerciali, scegliere di liberarsi dall’alcol è ancora un rischio. Ci sono casi fortunati, come L’Indimenticabile di Treviso, dove le perdite sono state bilanciate dall’aumento del caffè consumato: 3-4 chili al giorno, contro una media nazionale di 1,5. Altri bar bianchi, invece, come il bar Lotto di Milano, hanno almeno guadagnato in serenità. La grande scommessa, dicono i gestori, è far diventare anche l’analcolico di moda.
Redazione: Lorenzo Bagnoli