La violenza razzista fa strage a Firenze. Ieri Gianluca Casseri, 50enne di estrema destra, ha aperto il fuoco al mercato di piazza Dalmazia e a quello di San Lorenzo, ferendo a morte due venditori ambulanti senegalesi. Un terzo, molto grave, rischia la paralisi. Dopo un primo momento di commozione, la comunità immigrata ha reagito con veemenza e 250 senegalesi hanno dato vita a un corteo dal luogo dell’omicidio alla prefettura (circa 2 km), passando davanti alla stazione. In tanti hanno gridato “maledetti italiani!”, oppure “Italia razzista”, in molti hanno bloccato il traffico. E nel corso dello spostamento se la sono presa con tutto ciò che capitava a tiro: motorini buttati a terra a calci, cestini dell’immondizia, segnaletica stradale. Qualcuno urlava “giustizia”, altri che “quello che è successo “è una vergogna per l’Italia”.
“La colpa di quanto è successo è dei politici, sia di destra che di sinistra. Infatti hanno banalizzato il razzismo! -ha commentato Pap Diaw, rappresentante della comunità senegalese fiorentina, aggiungendo-: è assurdo che bravi ragazzi che lavorano come schiavi per dieci anni per mogli e figli che sono in Senegal finiscano ammazzati qui”.
Casa Pound, l’associazione di destra di cui Casseri era simpatizzante, prende le distanze dalla strage: “Era un nostro simpatizzante come altre centinaia di persone in Toscana, e altre migliaia in tutta Italia, alle quali, come del resto avviene in tutti i movimenti e le associazioni e non solo in Cpi, non siamo soliti chiedere la patente di sanità mentale”. L’associazione ha poi puntualizzato che l’omicida non era un militante, ma si limitava a frequentare saltuariamente la sede di Pistoia.
Il sindaco Matteo Renzi ha dichiarato il lutto cittadino e assicurato che l’amministrazione si farà carico del rimpatrio delle salme.
Testo: Andrea Rottini
Foto: Jacopo Storni