Un settore che non conosce crisi, che crea dipendenze patologiche e dove le infilitrazioni mafiose proliferano. Sono 15 milioni i giocatori abituali, 2 milioni quelli a rischio di dipendenza e circa 800.000 i giocatori già patologici, fra cui adolescenti e bambini.
Un libro nato dalla campagna dei sindaci contro il gioco d’azzardo, che fotografa la situazione italiana e ci invita a partecipare a questa battaglia con i mezzi della consapevolezza, della cultura, della condivisione.
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La campagna “no slot” di Terre di mezzo e Legautonomie. Il Manifesto dei Sindaci contro il gioco d’azzardo
Sono già 160 i Comuni che hanno sottoscritto il “Manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo”, (DOWNLOAD, QUI) promosso da Terre di mezzo e Legautonomie, è un documento con cui gli amministratori chiedono di essere messi in condizione di agire a contrasto del fenomeno, allo scopo di limitarne le conseguenze negative sulle comunità che amministrano, messe in evidenza anche dagli ultimi fatti di cronaca. Al Manifesto si associa la presentazione di una proposta di legge di iniziativa popolare mirata alla riduzione dell’offerta e al contenimento dell’accesso, con un’adeguata informazione e un’attività di prevenzione e cura.
Attraverso la sottoscrizione del Manifesto, i Comuni chiedono che sia consentito il potere di ordinanza dei sindaci per definire l’orario di apertura delle sale gioco e per stabilire le distanze dai luoghi sensibili, e sia richiesto ai comuni e alle autonomie locali il parere preventivo e vincolante per l’installazione dei giochi d’azzardo. I Comuni si impegnano ad utilizzare tutti gli strumenti disponibili per esercitare attività di contrasto al gioco d’azzardo, intervenendo sugli Statuti Comunali, i Piani di Governo del Territorio, i Regolamenti (di Polizia Locale, del commercio, della pubblicità, delle sale gioco), la stesura di ordinanze e disponendo controlli di polizia locale sulle sale gioco presenti sul territorio.
Tra i 160 Comuni che hanno già sottoscritto il Manifesto figurano Milano, Piacenza, Lecco, Crema, Carbonia, Monza, Villa San Giovanni e la Provincia di Siracusa.
Terre di mezzo e Legautonomie hanno affiancato al Manifesto anche la scrittura di una proposta di legge quadro di iniziativa popolare per definire gli aspetti più problematici del gioco d’azzardo: un reale divieto di accesso da parte dei minori, una tassazione più equa rispetto alle altre imprese, un controllo più rigoroso sia dei flussi di denaro anche dei concessionari, unamoratoria per l’installazione di nuovi giochi, la limitazione dei messaggi pubblicitari (seguendo l’esempio di alcolici e tabacchi). Si chiede che i sindaci abbiano la prerogativa e il parere vincolante sull’apertura di sale da gioco, proprio perché è compito primo del sindaco la salvaguardia e lo sviluppo del benessere dei propri cittadini, e quindi la vigilanza su dove queste sale possono essere, gli orari, chi ci può accedere, ecc. L’obiettivo della proposta di legge è tutelare il diritto alla salute, sancito dalla Costituzione e riconosciuto a livello nazionale e regionale, ma di fatto messo a rischio dal dilagare delle strutture che promuovono il gioco d’azzardo legale. Sulla proposta di legge è già al lavoro un team di esperti tra cui un avvocato amministrativista, consulenti costituzionalisti, sindaci e assessori.
Tutte queste iniziative fanno parte del percorso “Legalità è contrasto al gioco d’azzardo” – organizzato della Scuola delle Buone Pratiche in collaborazione con il Comune di Corsico. La Scuola delle Buone pratiche ha lo scopo di offrire opportunità formative e scambio di conoscenza e competenze tra amministratori locali, che vogliono impegnarsi nell’applicazione di politiche virtuose nei propri territori.