Le nostre scuole sono vecchie e gli acciacchi dell’età si vedono tutti. “Il 60% degli istituti è stato costruito più di 40 anni fa e il 7% addirittura nell’Ottocento. Ci sono problemi di umidità. Pavimenti che si sollevano per le infiltrazioni d’acqua, accumuli di polvere”. Non risparmia critiche al nostro sistema scolastico Rita dalla Rosa, autrice del libro “Aria pulita a scuola. Come difendere i nostri figli (e gli insegnanti) dall’inquinamento dentro le aule” (Terre di mezzo editore, 2011): una piccola guida per aiutare genitori e cittadini a valutare la qualità di aule e palestre. “Umidità e polveri concorrono a creare l’ambiente ideale per la diffusione di micotossine, allergeni che vengono inspirati senza che ce ne accorgiamo -aggiunge Rita-. Per non parlare dell’anidride carbonica che si accumula nelle aule sovraffollate”.
Anche i banchi e i vecchi mobili, ricoperti da colle e vernici, inquinano l’aria disperdendo sostanze chimiche dannose, così come i gessetti e i pennarelli, i materiali che rivestono le pareti, i prodotti usati per le pulizie. E poi ci sono i due grandi nemici della salute, ancora più pericolosi perché molto difficili da rilevare:l’amianto e il radon (un gas radioattivo di origine naturale). Anche il decimo Rapporto sulla “Sicurezza, qualità e comfort degli edifici scolastici”, presentato a settembre da Cittadinanza attiva, sembra escludere la presenza di radon nelle scuole monitorate, mentre all’amianto assegna una percentuale del 2%. “La spiegazione è semplice – continua l’autrice del libro-: sono misurazioni che devono essere fatte da specialisti su richiesta della scuola o decise direttamente dai Comuni. Purtroppo sia i dirigenti scolastici sia gli amministratori non sono sensibili al problema, come dimostra il fatto che solo il 37% dei Comuni si preoccupa di monitorare la presenza di radon nelle scuole”. La conseguenza è che spesso l’aria che si respira dentro le classi sia più inquinata di quella all’esterno. Ecco spiegati sintomi come cefalea, astenia, tosse secca, irritazioni a naso, occhi e faringe, fino a veri e propri attacchi d’asma.
“Aria pulita a scuola” non si limita, però, solo a denunciare quello che non va, ma suggerisce anche piccole e grandi soluzioni che può adottare in primis il dirigente scolastico, incaricato di tutelare la salute di chi frequenta la sua scuola, ma che può essere sollecitato, in caso di inadempienza, da genitori, insegnanti e personale non docente: “Questi dovrebbero farsi parte attiva per promuovere comportamenti più attenti alla qualità dell’aria che si respira all’interno delle scuole -conclude Dalla Rosa-. È necessaria innanzitutto una maggiore pulizia con l’impiego di prodotti adatti e un frequente ricambio dell’aria nelle aule. Bisogna poi evitare il riscaldamento eccessivo (non più di 22° d’inverno), e far installare aspiratori in modo da ridurre l’umidità”.
Redazione: Alessandra Ravelli, 22.11.012Dal catalogo di Terre di mezzo Editore: Rita Dalla Rosa, “Aria pulita a scuola. Una guida per conoscere le sostanze tossiche che bambini e insegnanti respirano a scuola e per imparare come combatterle” (acquista online, qui)