Negli ultimi cinque mesi in Israele si sono verificati tre attacchi di stampo razzista a realtà che lavorano per la pace e l’integrazione. Il 7 febbraio alla scuola bilingue “Hand in hand” di Gerusalemme, il 7 giugno al villaggio di Nevé shalom – Wahat al-Salam (in italiano Oasi di pace) e l’11 al memoriale della Shoah. La firma sembra avere sempre la stessa matrice: gli ebrei ortodossi. A Nevé shalom, dove insieme vivono 60 famiglie di israeliani e palestinesi, sono comparse sui muri della scuola scritte come “Morte agli arabi” e “Vendetta”, firmate dai coloni di Ulpana e Havat Gilad. Del nuovo clima di tensione e della realtà arabo-israeliana si parlerà mercoledì 4 luglio nella libreria Terra Santa (via Gherardini 2 a Milano) durante la presentazione della seconda edizione di “A piedi a Gerusalemme” (Terre di mezzo editore). Interverranno don Paolo Giulietti, autore della guida, e Miriam Giovanzana, direttore editoriale di Terre di mezzo.
Nevé Shalom è, infatti, una delle tappe del cammino di don Giulietti, che parte da Akko, quasi al confine con il Libano e arriva a Gerusalemme, in 15 tappe. Per chi volesse proseguire c’è anche una sedicesima tappa, che porta dalla città santa a Betlemme. “Quella del pellegrinaggio in Palestina – racconta il religioso – è un’esperienza che coinvolge tutte le dimensioni della persona e permette di entrare in contatto con il territorio sia dal punto di vista devozionale che culturale e ambientale”. Per questo il pellegrinaggio a piedi diventa oggi anche un modo per testimoniare la propria vicinanza a chi è impegnato nel dialogo e per la pace e per questo è minacciato.
Situato su una collina ai bordi della valle di Ayalon, Nevé Shalom è un luogo per l’incontro fra i due popoli. I suoi abitanti hanno fondato una Scuola per la pace, un centro spirituale pluralistico e i bambini frequentano una scuola in cui trovano spazio sia la cultura e la lingua ebraica che quella palestinese. C’è anche un hotel e, previa prenotazione, è possibile chiedere un incontro con i responsabili della comunità. “Gli attentati sono un sintomo del clima di imbarbarimento che si respira in Israele – spiega Rosita Poloni, coordinatrice dell’associazione italiana Amici di Nevé shalom – Wahat al-Salam, che sostiene le attività del villaggio -. Ciò nonostante non si corrono pericoli né lì né nel resto di Israele e dei territori occupati”. Secondo don Giulietti la paura “si può vincere”. Come hanno dimostrato gli alunni della scuola del villaggio con l’iniziativa “Peace brush”. I 180 bambini, insieme a due writer palestinesi, hanno realizzato dei murales sul tema della pace, sulle stesse pareti imbrattate dai vandali.
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…E intanto, qualcuno è già in cammino verso Gerusalemme: Carlo Signorini, 66 anni di Trento, ha girato l’Europa a piedi. Ora è diretto nella Città Santa: “Camminare è l’unico modo per viaggiare, tutto il resto è vacanza”… (leggi tutto)
Testi: Ludovica Scaletti, per Redattore Sociale