Nel giro di qualche anno, gli affitti in nero potrebbero scomparire. L’articolo 3 della legge sul federalismo fiscale, introdotto a marzo, obbliga infatti a sanare le situazioni irregolari. Per i proprietari, c’era tempo fino al 6 giugno. Ora la palla passa agli affittuari, che con i nuovi contratti possono risparmiare fino all’80% sul vecchio canone irregolare. Basta che si rivolgano ai sindacati, senza nemmeno bisogno di fare causa ai proprietari. Finora, ne hanno approfittato solo 70 persone, ma secondo le stime dell’Unione inquilini, sono più di 600 mila coloro che si trovano in situazioni irregolari.
I risparmi derivano da un sistema diverso per il calcolo dei canoni: “L’affitto – spiega Massimo Pasquini, segretario nazionale dell’Unione inquilini- è calcolato sul valore della rendita catastale, moltiplicata per tre e divisa per le 12 mensilità”. Nel caso delle stanze, il valore catastale va diviso anche con la metratura del locale. Un’immigrata residente nella bergamasca, ad esempio, grazie all’ultima regolarizzazione paga un canone mensile di 25 euro invece di 400. A Roma, nel quartiere San Lorenzo, luogo storicamente abitato da buona parte dei 70mila fuori sede che frequentano le università della Capitale, grazie alla nuova norma un contratto in nero da 800 euro può scendere a 80. Il nuovo contratto è valido per otto anni, stipulato con la formula “4+4”: per i primi 4 anni è revocabile solo per necessità del proprietario, per gli ultimi solo per scadenza del contratto. “Questo – spiega Massimo Pasquini- provocherà certo dei cambiamenti radicali sul mercato degli affitti, perché abbasserà di molto i prezzi“. Come si può dimostrare che si è pagato l’affitto nero? L’Unione inquilini utilizza le ricevute cartacee, il pagamento di utenze intestate all’affittuario oppure altre modalità. “Pe questo – prosegue il segretario Massimo Pasquini – è importante che chi vuole cominciare questa pratica si rivolga ai nostri sportelli”. Solo all’ufficio di Roma, arrivano più di dieci richieste di consulenza al giorno.
Finora il mercato degli affitti è sempre stato un inferno, soprattutto per gli studenti fuori sede. Dal 1998 in avanti è in vigore una legge che prevede limitazioni di canone, diverse da città a città, per chi ha locazioni temporanee (da 6 a 36 mesi nel caso di studenti, ndr). Una norma che non ha mai rispettato nessuno. “Con l’entrata in vigore dell’articolo 3 del decreto sul federalismo fiscale, invece, chi è ancora in nero è perché vuole evadere, perché la legge è subito operativa e ha effetti immediati”, dichiara Pasquini. Come reazione immediata alla nuova norma, aggiunge, “una parte di proprietari farà di certo causa, anche se non so ancora per quale ragione”, mentre altri “pagheranno gli inquilini per mandarli fuori dalle abitazioni e per poi riaffittarle una volta regolarizzato il contratto”. Nel giro di due-tre anni, comunque, la situazione dovrebbe normalizzarsi. E non ci dovrebbero essere più affitti in nero.
Testo: Lorenzo Bagnoli per Redattore Sociale